mercoledì 30 gennaio 2008

Silvio Silvio, che mi combini?

Ancora una volta, l'ennesima volta, il nostro prode Cavaliere è passato incolume dalla giustizia.
E ancora una volta era indagato per motivi finanziari.
Però stavolta, finalmente, ce di più: ebbene si, se non ci fosse stata la legge varata dal suo governo che depenalizza i reati finanziari stavolta, forse, il carcere l'avrebbe visto.
Invece no. Tutto come prima.
La depenalizzazione del falso in bilancio voluta dal governo di centrodestra gli è tornata utile. A nulla è servita l’insistenza del pm Ilda Boccassini che voleva la prescrizione: nessuna condanna, ma almeno l’’affermazione del reato commesso. E invece no, Silvio intasca un’assoluzione a tutti gli effetti: gli contestavano di aver dichiarato il falso nei bilanci della Fininvest dal 1986 fino al 1989. Passa così la linea dell’avvocato difensore del Cavaliere, nonché senatore di Forza Italia, Nicolò Ghedini, che aveva chiesto l’assoluzione perché il fatto non costituisce più reato, così come deciso dalle modifiche alla normativa sui reati societari approvate nell'aprile del 2002. Quando a Palazzo Chigi regnava la Casa delle Libertà.
Il reato finanziario è diventata contabilità creativa, non un ATTENTATO allo Stato Italiano (quindi a tutti i cittadini Italiani). Si tratta proprio di attentato.
Perché? Perché se non pagassimo o non ci fossero più le tasse chiuderebbero le scuole, gli ospedali, l'assistenza sanitaria d'emergenza, la polizia, i pompieri e tutti gli altri enti statali atti alla protezione dei cittadini. Vorreste vivere in un Paese cosi? Io personalmente no, per questo non tollero l'evasione fiscale.
Giusto anche per buttare un occhio oltre oceano, in America i reati finanziari vengono puniti fino ad 80 anni di carcere.
Molto di più che in Italia per omicidio...
Ditemi qualcosa voi...

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